A picco sul blu luccicante del mare di Sicilia, Scopello, dal greco Scopelos, ovvero scogli, è un antico borgo di tonnaroti incastonato tra faraglioni, vegetazione mediterranea e acque cristalline. Qui, c’è un angolo di mondo che sembra modellato dalla pazienza degli elementi: la Tonnara di Scopello, un sistema di volumi, di superfici, di materie e luci che vive in armonia con il mare. Le onde si infrangono sugli scogli, tra fichi d’India e profumo di sale, un casolare rosa si fa spazio tra le rocce che parlano ancora la lingua antica dei pescatori. Pochi metri di costa raccontano tutta la storia, le tradizioni e la forza di una cultura millenaria.

La storia
La Tonnara di Scopello risale al Medioevo, quando furono erette le prime torri di avvistamento che sorvegliavano la costa. Poi arrivarono i Gesuiti, che edificarono la piccola chiesetta e i magazzini per le barche da pesca. Nell’Ottocento la famiglia Florio, simbolo dell’imprenditoria siciliana, introdusse un approccio più moderno alla pesca del tonno, costruendo la Palazzina che porta il suo nome e migliorando l’organizzazione del lavoro.

La pesca del tonno a Scopello è durata otto secoli, unendo generazioni di uomini al mare e alle sue stagioni. L’attività si è interrotta nel 1984, ma il borgo è rimasto: immobile eppure vivo, come sospeso.

Il sentiero
Fino a poco tempo fa, la Tonnara era raggiungibile solo via mare, remando. Oggi è possibile arrivarci a piedi, dal centro di Scopello un cartello indica la direzione per la Tonnara, percorrendo un sentiero tra la collina e la costa. Il terreno è arido e dolce al tempo stesso, profuma di capperi, carrubi e mediterraneo. Qualche passo, quanto basta per far sparire il paese alle spalle e trovarsi in un paesaggio che cambia connotazioni a ogni passo. Dall’altura il mare comincia a luccicare, poi, all’improvviso, la Tonnara si rivela: un cortile di pietra chiara, due torri, i faraglioni che emergono dal blu a pochi metri da riva.

Il borgo
I volumi architettonici della Tonnara sono un perfetto esempio di costruzione vernacolare mediterranea, senza fronzoli. Muri grezzi in tufo e calce, travi in legno, pavimenti in cotto, cortili interni delimitati da archi e magazzini con volte. Superfici neutre dialogano con la luce naturale che rimbalza sul mare e si riflette in ogni angolo. Anche i magazzini del sale e la loggia per la lavorazione dei tonni hanno mantenuto il loro carattere industriale, trasformandosi in spazi museali essenziali, austeri a tratti.
Su un muro si legge: “Se il rumore del mare sovrasta quello dei pensieri, sei nel posto giusto.”



Dormire qui
Passare la notte alla Tonnara è un’esperienza riservata a chi sceglie di abitare la semplicità. Negli ultimi anni, le case dei pescatori e le strutture della vecchia tonnara sono stati restaurati con cura e trasformati in appartamenti per gli ospiti. Le chiamano Dimore, sono quindici e ciascuna ha una personalità distinta.
La Palazzina Florio è la più elegante, con una grande sala, terrazza privata e accesso diretto alla spiaggia. La Rocca ha il bagno scavato nella roccia, finestre a picco sui faraglioni e un giardino privato. Gli appartamenti ricavati dagli alloggi dei pescatori sono essenziali e delicati, dominati dal bianco delle pareti, dalle travi in legno e da pochi arredi funzionali in legno grezzo o ferro battuto. Bandita la televisione, scelta coerente con l’anima del luogo.


La spiaggia
All’alba e verso sera, quando la Tonnara è chiusa al pubblico e il baglio è vuoto, la piattaforma è calda e la baia è per i pochi ospiti. Roccia e cemento, anziché sabbia. Una piattaforma scura, interrotta da scalini in pietra, si assottiglia verso l’acqua del mediterraneo. Sembra di farsi il bagno in una piscina naturale. E quando cala la sera e le ombre si allungano, tutto sa di più antico, quasi segreto.

Il Museo
La Tonnara è anche museo. Ancora oggi è possibile visitare gli ambienti originali: la casa del rais (colui che decideva le strategie di pesca), il magazzino del sale, la loggia del tonno. Gli oggetti appesi alle pareti, le reti arrotolate, i pesi in ferro e le barche danno un’idea chiara della vita dei pescatori. Dal 1200 al 1984 la Tonnara è rimasta attiva, con le melodie propiziatorie della cialoma che accompagnava le barche in mare. Un mestiere duro, ma ricco di riti e orgoglio comunitario.
La Tonnara oggi è una delle mete più richieste per matrimoni e feste notturne en plein air. Ma anche quando è allestita per accogliere centinaia di invitati, ogni dettaglio è sempre votato alla sobrietà.

Quando andare
Il momento migliore per visitare la Tonnara è fuori dall’alta stagione. Il clima mite consente di tuffarsi in mare da aprile a novembre, illuminati da una luce più morbida ad un ritmo più lento. In estate gli ingressi alla spiaggia sono contingentati. Per godere della bellezza del luogo, è sicuramente consigliato il soggiorno presso le Dimore, approfittando delle ore in cui il baglio è vuoto.
