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Suicida in carcere Stefano Argentino, l’assassino di Sara Campanella

Femminicidio di Sara Campanella, nel cellulare di Stefano Argentino una foto con la scritta: “Ti ucciderò”

 

Nel pomeriggio, intorno alla diciassette, si è allontanato dai suoi compagni, è stato trovato poco dopo da alcuni agenti della polizia penitenziaria ormai senza vita.

Femminicidio di Sara Campanella, nel cellulare di Stefano Argentino una foto con la scritta: “Ti ucciderò”
La Procura di Messina contestava la premeditazione. Nel cellulare dell’imputato era stata trovata una fotografia della ragazza con una minaccia esplicita. Il processo sarebbe dovuto cominciare il 10 settembre.

Sara Campanella è stata uccisa a coltellate lo scorso 31 marzo, appena uscita da una lezione al Policlinico di Messina. Per il suo omicidio sarebbe dovuto andare a processo, con rito immediato, Stefano Argentino, accusato dalla Procura anche di premeditazione.

Nei mesi scorsi, negli atti depositati dagli inquirenti – coordinati dal procuratore Antonio D’Amato e dalla sostituta Alice Parialò – erano emersi dettagli che aggravano ulteriormente il quadro accusatorio. Tra questi, una fotografia trovata nel cellulare dell’imputato che ritrae Sara Campanella, accompagnata da una scritta inquietante:
“Ti ucciderò.”

Un delitto pianificato
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, Stefano Argentino non accettava i ripetuti rifiuti della ragazza, che sarebbe diventata per lui un’ossessione. Gli inquirenti hanno scoperto appunti sul telefono, ricerche su internet collegate all’omicidio, e l’acquisto online di coltelli, presumibilmente su Amazon. Non è ancora stato chiarito se una di quelle armi sia stata usata nel delitto, poiché l’arma del crimine non è mai stata ritrovata.

Tra le ricerche effettuate, anche contenuti su quali siano le zone più vulnerabili del corpo umano, un elemento che – per l’accusa – rafforza l’ipotesi di premeditazione e consapevolezza dell’atto.

La registrazione degli ultimi istanti
Le indagini hanno portato alla luce anche un altro elemento chiave: Sara, durante l’aggressione, è riuscita ad attivare la registrazione audio sul proprio cellulare. Il file audio, recuperato dai carabinieri, documenta gli ultimi istanti di vita della giovane e potrebbe rivelarsi decisivo nel processo.

La voce della famiglia
L’avvocata della famiglia Campanella, Concetta La Torre, ha dichiarato a Fanpage.it:

“Dagli atti emerge chiaramente non solo ciò che è accaduto quel giorno, ma soprattutto ciò che è stato pensato e pianificato nei mesi precedenti. Non ci sono zone d’ombra, né dubbi sulla volontà omicida di chi ha agito con lucidità e inaudita crudeltà. Affrontiamo questo processo con fiducia in una sentenza giusta.”

Sentenza che non ci sarà.