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Un soffitto dipinto di Tarocchi che guidano l’universo domestico della pittrice Claire Tabouret

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All’interno della loro villa a Los Angeles, la pittrice francese Claire Tabouret e il musicista-falegname Nathan Thelen hanno dato vita a uno spazio che è molto più di una casa: è un progetto artistico in costante trasformazione, un luogo dove creatività, memoria e vita quotidiana si intrecciano. Basta sollevare lo sguardo per ammirare i tarocchi dipinti sul soffitto dall'artista.

La casa di Claire Tabouret quando labitare diventa unopera darte in continua evoluzione 2

Un soffitto che racconta una storia

La prima grande trasformazione di questa abitazione in stile mediterraneo, risalente agli anni ’20 e situata a Los Feliz, è avvenuta… guardando verso l’alto. Tabouret ha trasformato il soffitto in un enorme affresco ispirato ai tarocchi di Pamela Colman Smith, realizzati nei primi anni del Novecento.

Su una superficie di quasi cinque metri di altezza, l’artista ha dipinto le carte più iconiche: il Nove di Denari, le Stelle, la Ruota della Fortuna, gli Amanti. Ma ha anche inserito dettagli personali, che radicano l’opera nel quotidiano della famiglia: i due cani di casa, George e Pepe, compaiono nella carta della Luna; la figlia Mattea cavalca il cavallo del Sole; l’Eremita somiglia al loro elettricista di fiducia.

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«È stata la prima cosa che abbiamo fatto appena arrivati», racconta Tabouret, che per realizzare l’opera ha montato insieme al compagno un’imponente impalcatura. «Volevo che il soffitto contenesse la nostra energia e i nostri ricordi».

Un restyling graduale e sensoriale

L’acquisto della casa risale al 2019, ma la coppia ha atteso qualche tempo prima di ristrutturare, per osservare la luce di Los Angeles cambiare durante la giornata e lasciarsi guidare da essa nella scelta dei colori. Le pareti sono oggi caratterizzate da una palette Farrow & Ball studiata per accompagnare lo sguardo da una stanza all’altra: terracotta “Red Earth” nella sala da pranzo, “Sudbury Yellow” nella zona colazione e un delicato “De Nimes” nella family room.

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Sul ballatoio, le librerie in noce sono opera di Thelen. Il quadro di Claire Tabouret è un autoritratto della pittrice con il suo cane George.

Hanno anche unito due camere per creare una suite più ampia e rifatto le piastrelle del bagno principale. Ogni decisione è stata presa con l’idea di raccontare una storia e dare un flusso armonioso agli ambienti.

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Artigianato e pezzi d’autore

Gran parte dell’arredamento porta la firma di Thelen, che lavora legni come sicomoro, noce e mogano africano lasciandosi guidare dalla materia stessa. Ha realizzato letti, tavolini e divani con un tocco poetico: piccoli motivi a foglia ricorrono nelle gambe dei mobili, creando un filo conduttore.

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A questi pezzi unici si affiancano arredi vintage e oggetti di famiglia, come una vecchia sedia a dondolo e un orologio a cucù provenienti dal South Dakota. Non mancano elementi da collezione, come le poltrone di Pierre Jeanneret in teak e bambù, che convivono con le opere d’arte della stessa Tabouret – autoritratti, ritratti di familiari, scene create appena arrivata in città – e con lavori di artisti e amici come Kevin Willis, Nicholas Osmond, Katarina Janeckova Walshe ed Elizabeth Glaessner.

Una casa che cresce insieme alla famiglia

Per Tabouret e Thelen, progettare la casa è stato naturale quanto lavorare insieme nel loro studio di Pico-Union. «Lui costruisce un mobile come io costruisco un’immagine: tutto nasce in modo intuitivo e artigianale», racconta l’artista.

La coppia ha portato questa sinergia anche nel mondo del design: nel gennaio 2023, alla fiera FOG Design+Art di San Francisco, è stata presentata  la loro prima collaborazione ufficiale, una serie di specchi e oggetti in vetro colorato ispirati nuovamente alle carte dei tarocchi.

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Intanto, la casa resta un cantiere creativo. Tabouret immagina di dipingere le pareti con animali e figure fantastiche che la piccola Mattea potrà scoprire crescendo. Hanno piantato un giardino e progettano di aggiungere una fontana in bronzo. «Ogni volta che finisco di dipingere un angolo, sento che la casa prende un po’ più vita», dice l’artista. «E sono certa che tra un paio d’anni sarà ancora diversa: non sarà mai un progetto finito».

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Le foto sono state  scattate da  Jean-Francois Jaussaud  per il numero di AD di dicembre 2022.